La recente proposta di legge americana (HR 2355) sulla creazione di opportunità da un trasporto nazionale efficiente e più efficace (Making Opportunities Via Efficient and More Effective National Transportation), anche conosciuta come “Movement Act” (2009), attualmente in fase di discussione presso il Congresso USA, propone di aumentare la Harbor Maintenance Fee americana (HMF) dallo 0.125% allo 0.4375%.
La HMF è una tassa ad valorem che finanzia la manutenzione dei porti americani e che si applica sulle spedizioni commerciali che giungono via mare presso una delle tipologie di porti indicate dal Water Resources Act (1986), che l’ha introdotta con decorrenza 1° aprile 1987.
La fee in questione, in precedenza applicata anche sulle esportazioni dal territorio USA, è stata dichiarata incostituzionale nel marzo 1998 dalla Corte Suprema americana, che l’ha ritenuta equivalente ad una tassazione sull’export, espressamente vietata dalla Costituzione (U.S. Const., art. I, §9, cl. 5, “No tax or duty shall be laid on articles exported from any state"). Oggi la HMF grava unicamente sulle importazioni ed è a carico di chi figura come "importatore" nella dichiarazione sommaria, il quale deve corrisponderla trimestralmente alle dogane americane previa presentazione di un'apposita dichiarazione (Customs Form 349).
La nuova proposta di legge prevede inoltre che le merci provenienti da Paesi terzi che arrivano negli USA dopo essere state scaricate in un porto straniero (es. Messico o Canada) vengano tassate allo 0.3125% (le merci invece di origine canandese o messicana sono esenti).
La nuova regolamentazione sull'HMF introdotta dal Movement Act (2009) sembra dunque assumere tutti i crismi di una vera e propria misura protezionistica volta a scoraggiare ulteriormente le importazioni verso gli USA.
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KENY