Piano Nazionale della logistica, completati gli studi settoriali di approfondimento

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Nell'ambito dei lavori per l'attuazione delle linee di azione prioritarie individuate dal nuovo Piano Nazionale della Logistica (approvato nel dicembre 2010 dalla Consulta generale per l'autotrasporto e la logistica), il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha reso nota la conclusione di quattro studi di approfondimento ed analisi strutturale sugli aspetti più importanti del Piano, dove vengono messi a confronto i punti di forza e di debolezza del nostro sistema.

Le analisi in questione mirano a definire un nuovo assetto logistico e infrastrutturale strategico per lo sviluppo del Paese, nel quale vengono analizzati gli aspetti demografici, socio-economici ed infrastrutturali delle sette aree territoriali (“piattaforme logistiche”) in cui viene suddiviso il territorio italiano, nonché il trasporto combinato ferroviario-aereo e combinato marittimo, con i processi di filiera e la morfologia dei flussi internazionali. Quest’ultimo studio in particolare, pone l’accento sulla inefficienza dei servizi portuali (indicata dagli operatori come fondamentale per assicurare rapidità alle loro operazioni ed evitare problemi di congestionamento delle banchine, con elevati tempi di attesa per lo svincolo delle loro merci), quale fattore che incide pesantemente sui tempi medi di attraversamento  della merce nei porti italiani (cd. “Dwell Time”). Il tema in questione era stato affrontato anche da un recente studio della A.T. Kearney realizzato per conto della Confetra (Rapporto “Scenario della logistica in Italia: sintesi ed evidenze”, ATKEARNEY, 2010), nel quale veniva in particolare evidenziato il fatto che, nonostante l’Italia goda di un considerevole vantaggio geografico rispetto agli altri Stati membri dell’UE per intercettare i flussi di merci provenienti dall’area asiatica e mediorientale, una quota esigua dei volumi che transitano per il Canale di Suez giungono nel nostro Paese (il 6,3%).

Difficoltà vengono segnalate anche con riferimento alle procedure doganali, ancora caratterizzate da un eccesso di burocrazia ed un’elevata concentrazione dei controlli presso i punti di arrivo delle merci (es. terminal portuali ed aereoportuali), a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, i quali sembrano privilegiare un loro accentramento presso i centri di stoccaggio o logistici, oppure direttamente presso le aziende produttrici od importatrici. Tale situazione inoltre, è aggravata nel nostro Paese dalla oramai cronica carenza di organico negli uffici doganali, la quale genera ulteriori ritardi nello sdoganamento delle merci, con conseguente accumulo di merce presso i singoli terminal portuali.

Per il 6 settembre, presso il Ministero dei Trasporti, è previsto un Convegno di presentazione dei lavori in questione. L’evento è aperto a tutto il mondo della logistica e dei trasporti. Per ulteriori approfondimenti e per consultare i quattro studi in questione, si rimanda all'apposita area del sito web del Ministero dei Trasporti.