OECD indicators for trade facilitation

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A new OECD paper titled “Trade Facilitation Indicators: The Impact on Trade Costs”, analises the economic and commercial impact of a series of measures of trade facilitation implemented by the OECD Countries to reduce the administrative barriers to import/export, simplify exchanges with foreign Countries and streamline the flows of internationally traded goods.

(continues ... in Italian)

L’analisi in questione si basa sui dati forniti da 26 Paesi (25 dei quali membri OCSE, più Hong Kong) e verte in particolare su 12 indicatori, corrispondenti ai principali gruppi di misure di facilitazione oggetto dell’attuale negoziato condotto in sede OMC in materia di facilitazioni al commercio (vedasi oltre), fra le quali emerge per importanza l’istituto dell’interpello, meccanismo che da solo è in grado di assicurare una riduzione del 3.7% dei costi di commercio a carico delle imprese. L’istituto in questione, com’è noto, consente agli operatori di chiedere alle autorità amministrative (es. agenzie fiscali, dogane), un parere preventivo circa la regolarità o la correttezza di una data operazione, in modo da evitare in radice di commettere errori. Un esempio è rappresentato dalle informazioni vincolanti in materia di origine (IVO) e dalle informazioni tariffarie vincolanti (ITV) previste dal Codice Doganale Comunitario (art. 12, Reg. CEE 2913/1992) e rilasciate dalle autorità doganali su richiesta dell’operatore in caso di dubbio sulla corretta determinazione dell’origine o della classificazione tariffaria della merce. L’istituto in questione è presente anche nella legislazione dei nostri principali partner commerciali (come gli USA, dove le dogane americane frequentemente forniscono agli operatori, su loro richiesta, pareri vincolanti  in merito al corretto inquadramento di una data operazione sotto il profilo doganale, mediante le "letters of ruling", consultabili su un'apposito sito web).

Altre misure che incidono fortemente sulla competitività delle imprese, contribuendo a ridurre i costi di interscambio, sono individuate nella pronta disponibilità da parte degli operatori di informazioni su nuove normative, regolamentazioni e procedure doganali (resa possibile tramite la trasmissione di circolari, comunicati e note informative, con possibilità di consultarle via web), nei sistemi telematici di trasmissione di informazioni e dati relativi alle operazioni commerciali, nel coinvolgimento attivo degli operatori nello sviluppo delle varie procedure tecniche in ambito commerciale e doganale, nell’ammissione di documenti commerciali in luogo della dichiarazione doganale o di documenti in copia autenticata a suo supporto in luogo di quelli originali, nonchè nelle procedure di condivisione delle informazioni e di coordinamento dei processi amministrativi e fra le varie agenzie coinvolte nel commercio estero (es. dogane, Ministeri vari, istituzioni bancarie, ecc.), quest’ultimo particolarmente importante ai fini del rilascio di certificazioni, licenze ed autorizzazioni varie.

Fra le varie misure elencate figurano anche soluzioni di tipo più tradizionale, quali la deconcentrazione dalle frontiere delle ispezioni svolte dalle dogane e dagli altri organismi di controllo per trasferirle in parte all’interno del territorio, dopo lo svincolo delle merci (controlli aposteriori), la separazione dello sdoganamento dallo svincolo delle merci (il che si traduce nella possibilità da parte degli operatori di ottenere il rilascio delle partite di merci dalle dogane sospendendo il pagamento dei dazi e degli altri diritti e differendolo ad un momento successivo).

L’implementazione di tutti questi meccanismi, nel loro complesso, consentirebbe alle imprese convolte in attività di commercio estero di abbattere in media di circa il 10% i loro costi di transazione, percentuale che per i produttori delle merci oggetto di interscambio sale fino al 14%.

I 12 indicatori sviluppati dall’OCSE riflettono in particolare i 12 gruppi di facilitazioni commerciali raccolti all’interno del testo negoziale consolidato sulla facilitazione del commercio dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), documento che raccoglie in maniera organica tutte le misure di semplificazione dei traffici attualmente disponibili, e che è destinato a confluire in un futuro Accordo OMC sulle Facilitazioni Commerciali che una volta elaborato, dovrà essere ratificato da tutti i membri dell’Organizzazione.

Dallo studio emerge che i migliori risultati in termini di semplificazioni delle procedure e delle formalità di commercio estero sono determinati dalla disponibilità all’interno dei Paesi analizzati, di una serie di meccanismi quali la possibilità di interpellare preventivamente le dogane circa la correttezza di una data operazione, la presenza di procedure di ricorso contro le decisioni delle autorità amministrative (es. contro le decisioni dell’autorità doganale), l’implementazione di sistemi di single window per il trattamento rapido e la condivisione di informazioni da parte di più amministrazioni ed enti (anche privati), nonché dall’attuazione delle informazioni di pre-arrivo, ossia la trasmissione anticipata di dati alle autorità doganali onde consentire a queste di verificare la conformità dell’operazione alla normativa interna e disporre l’eventuale controllo fisico o documentale prima che la merce giunga a destino. Viene menzionata infine l’implementazione di un sistema di operatore autorizzate, sul modello AEO, che consenta di ricollegare le principali facilitazioni doganali a quegli operatori che si sono dimostrati meritevoli di particolare fiducia da parte delle dogane a seguito di un’attività di audit preventivamente svolta. Fra i benefici ricollegabili a tale figura vengono citati la riduzione percentuale dei controlli fisici e documentali, la possibilità di depositare dichiarazioni periodiche per gruppi di transazioni, anziché per singola operazione doganale, o l’accesso a particolari procedure semplificate, quali quella domiciliata, che come noto consente di dichiarare le merci senza doverle presentare in dogana, direttamente dai locali aziendali).

Gli ambiti in relazione ai quali i Paesi presi come riferimento nello studio sembrano aver realizzato i maggiori progressi sono invece rappresentati dall’accettazione dei documenti commerciali in luogo della dichiarazione doganale e di copie autenticate al posto degli originali. Altri passi in avanti sono stati realizzati nello sviluppo di accordi inter-agenzia per la cooperazione fra amministrazioni pubbliche, elemento questo che viene indicato dai Time Release Studies prodotti da numerosi paesi del mondo, come un fattore importante per l’efficientamento del processo di sdoganamento.

L’aspetto documentale, e quindi la pronta trasmissione delle informazioni, inclusa l’armonizzazione e la semplificazione delle stesse, una maggiore trasparenza e reperibilità dei diritti e delle tariffe legate alle operazioni di movimentazione delle merci (es. diritti portuali, costi di movimentazione all’interno del terminal, costi di scarico merci, ecc.), ed una efficace cooperazione tra agenzie governative implicate nell’operazione commerciale (sia tra le agenzie operanti all’interno del Paese che tra quelle di due o più paesi limitrofi), sembrano influire soprattutto sugli scambi di prodotti manufatti, mentre per quanto riguarda i beni agricoli, questi sembrano essere maggiormente sensibili agli aspetti procedurali, in termini di coordinamento degli organismi di controllo, possibilità di ricevere le informazioni relative alla merce con largo anticipo rispetto al loro arrivo a destino, di incidenza delle ispezioni fisiche rispetto a quelle documentali.