Integration of the scanner control in the customs risk analysis systems

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Nearly all the customs administrations, together with the traditional inspection techniques of goods (phisycal inspection, documentary controls), foresee a third type of controls based on the use of scanner devices. Their objective of such tools is to make more efficient the inspection process, accelerating the release of goods, due to the fact that through this metodology more invasive exams of goods can be avoided, replaced by a "photography" of the container's content. The WCO has developed, since 2009, Guidelines for the purchase and deployment of scanner devices, suggesting, among other things, the integration of the scanner techniques within the risk analysis systems used by the members of the Organization.

La tecnologia scanner, attraverso una combinazione di colori di diversa intensità e tonalità, consente di individuare le sagome degli oggetti contenuti nei container, in modo da permettere l’individuazione di eventuali merci nascoste e non dichiarate. In Italia, l’Agenzia delle dogane italiane ha messo a punto un sistema denominato “Matrix” (Monotoring Activities Targeting Risk Intelligence X Ray), il quale consente di raccogliere le immagini rilevate dalle varie apparecchiature scanner collocate presso i vari siti nazionali e di confrontarle fra loro, in maniera da agevolare l’opera dei funzionari addetti ai controlli, chiamati a interpretare i risultati delle scannerizzazioni effettuate, al fine dell’individuazione di eventuali incoerenze dei carichi. Se dall’esito della scannerizzazione deriva un sospetto di irregolarità, al controllo scanner può infatti seguire una più approfondita verifica fisica del contenuto del contenitore.

L’Organizzazione Mondiale delle Dogane ha elaborato nel 2009 delle apposite “Linee guida per l’acquisto e l’utilizzazione dei dispositivi di scannerizzazione/acquisizione delle immagini” le quali, oltre ad orientare i processi di acquisto di tali impianti da parte delle amministrazioni doganali, raccomandandone l’integrazione all’interno dei rispettivi sistemi di analisi dei rischi, suggeriscono anche la loro collocazione in luoghi adeguati e facilmente accessibili all’interno delle strutture portuali e logistiche in genere, in modo da evitare movimentazioni aggiuntive, e di conseguenza, aggravi di tempi e di costi (in termini di spese di movimentazione aggiuntive) a carico degli operatori.

Le operazioni di sistemazione in luoghi adeguati sono rese tuttavia difficili, in alcuni casi, dalla particolare conformazione morfologica dei siti in cui sono ubicati (questo vale soprattutto per i porti che, come nel caso dell’Italia, spesso sono caratterizzati da mancanze strutturali di spazi e sono soffocati dalla presenza nelle loro eccessive vicinanze di città, in molti casi, di valore storico).

Oltre ai container fissi, oggi dislocati dall’Agenzia delle Dogane presso i maggiori porti ed interporti italiani, esistono però anche gli “scanner mobili”. Questi scanner, largamente utilizzati da numerose dogane in Europa (come quelle svizzere, che li utilizzano fin dal 2003 o quelle francesi, che li utilizzano dal 2007), sono impianti a raggi X sistemati su camion speciali che permettono di effettuare una scannerizzazione dell'intero autocarro su cui viaggiano le merci, senza bisogno prima di scaricarle. Essi consentono di aumentare sia la frequenza che l’efficienza dei controlli doganali, che possono così essere eseguiti in modo assai rapido ed anche senza alcun preavviso. Grazie ai risparmi di tempo conseguibili da questa ultima tipologia di scanner, il loro uso è accolto in maniera particolarmente favorevole anche dai conducenti.