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Desiderio Consultants Ltd. è una think tank ed una rete di consulenti internazionali per lo sviluppo indipendenti costituita per promuovere ed influenzare politiche doganali e commerciali nei Paesi Africani, al fine di raggiungere riforme di facilitazione del commercio che favoriscano la crescita degli scambi commerciali a livello internazionale e regionale
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La ricetta asiatica: più tagli alla burocrazia per rimanere competitivi

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Per agevolare il commercio e rimanere competitivi sul piano internazionale, i governi dell’Asia e del Pacifico devono insistere sulla semplificazione delle procedure commerciali con l’estero ed assicurare che i propri operatori abbiano a che fare con un quadro regolamentare chiaro, semplice, coerente e trasparente.
Sono queste le principali conclusioni emerse dall’Asia-Pacific Trade Facilitation Forum 2011, il vertice sulle facilitazioni commerciali organizzato a Seoul il 4 ed il 5 ottobre 2011 dall’UN/ESCAP (United Nations Economic and Social Commission for Asia) e dall’Asian Development Bank, e che ha visto confrontarsi numerosi esperti di commercio e dogane appartenenti all’area asiatica e del Pacifico.

Una transazione commerciale internazionale si basa essenzialmente su uno scambio di documenti e dati sia fra le imprese coinvolte nell’operazione, che fra le imprese ed amministrazioni pubbliche del territorio in cui sono stabilite. Questo scambio avviene sin dalle primissime fasi di negoziazione (si pensi all’invio degli ordini di acquisto ed alla ricezione della relativa conferma d’ordine, i quali mettono in moto il meccanismo proposta-accettazione il cui incontro dà luogo alla conclusione del contratto di compravendita). A volte le trasmissioni documentali che l’operatore è tenuto ad effettuare, riguardano agenzie governative (es. dogane) e sono condizione necessaria per l’uscita della merce dal territorio. Il più delle volte queste procedure sono complesse ed inefficienti. Anche la compilazione di un solo formulario in più da parte di un esportatore, rispetto ad un altro esportatore localizzato in un Paese dove esiste minore burocrazia, significa perdita di competitività per il primo a causa dei maggiori tempi di completamento delle procedure per la spedizione della propria merce all’estero. Da ciò nasce l’esigenza, particolarmente avvertita dai Paesi asiatici e del Pacifico, di rimuovere qualsiasi ostacolo od intralcio non strettamente necessario alla movimentazione transfrontaliera delle merci. 

In effetti i paesi di quest’area stanno puntando in maniera assai decisa sulla facilitazione del commercio, attraverso consistenti investimenti nella dematerializzazione dei flussi documentali - non solo inter-imprese, ma anche inter-agenzia (ossia tra dogane ed altre agenzie governative) e tra imprese ed agenzie governative. Singapore ad esempio, si è dotato di un sistema di “single window” dal 1989, la Corea del Sud invece già nel 1991 aveva emanato una legge (“Trade Automation Act”), che dispone la dematerializzazione di una serie di documenti di base del commercio internazionale, parificandoli a quelli cartacei.

Altri investimenti nell'area, finanziati soprattutto dalla Asian Development Bank, riguardano lo sviluppo di una rete di corridoi di trasporto per favorire il commercio intraregionale, lungo i quali le merci scorrono in maniera particolarmente fluida grazie alla semplificazione e lo snellimento di tutte le procedure e formalità amministrative - prime fra tutte quelle doganali - che possono causare ritardi o maggiori costi nella movimentazione delle merci oltreconfine.

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