Friday, March 29, 2024
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Domanda: un nostro partner commerciale all'estero, ci ha proposto di costituire una Joint Venture per la produzione nel suo Paese della nostra linea di prodotti. Potremmo avere dei ragguagli riguardo questa tipologia di collaborazione ed avere dei consigli sulle modalità di stipula del relativo contratto o su dove rinvenire eventuali form contrattuali?


Risposta: La joint venture (JV) rappresenta una forma di collaborazione fra imprese che soprattutto nell’ultimo periodo, ha consentito a molte piccole e medie imprese di aprirsi delle importanti prospettive commerciale e di collaborazione industriale in aree lontane del mondo. Tale formula permette infatti di estendere la presenza sui mercati esteri grazie all’attivazione di un rapporto di collaborazione con un partner locale, il cui coinvolgimento consente di ridurre l’impiego del capitale proprio necessario per avviare una data iniziativa imprenditoriale, nonché di condividere con quest’ultimo il relativo rischio. Nella pratica si verifica assai di frequente che uno dei partner apporti capitale, tecnologia e know-how, e che l’altro metta a disposizione i propri impianti, la rete di distribuzione e (aspetto non meno importante), la conoscenza del mercato locale. Si realizza in questo modo una perfetta sinergia tra le imprese coinvolte nell’iniziativa, la quale permette di rendere più efficace l’azione di penetrazione commerciale all’estero, abbattendone i costi.

In sostanza, tramite la JV, due o più imprese, associandosi temporaneamente, si impegnano alla realizzazione congiunta di un determinato progetto, che può consistere in attività fra le più varie, quali ad es. la realizzazione di attività immobiliari, la partecipazione ad un contratto di appalto, la produzione di prodotti o servizi da destinare a terzi, la loro commercializzazione su un mercato straniero o la realizzazione di un progetto di ricerca. Lo schema della JV è infatti utilizzabile nei contesti più disparati. Questa molteplicità di funzioni a cui può essere piegata la JV, comporta come conseguenza il fatto che il relativo contratto può assumere svariate forme, aspetto questo che rende difficile tipizzare un modello contrattuale pronto ad essere utilizzato per tutte le situazioni.

 Ciò nonostante, l'International Trade Center, Agenzia di cooperazione tecnica dell’UNCTAD e dell’OMC per gli aspetti commerciali internazionali, ha di recente pubblicato alcuni modelli di contratto di joint venture disponibili in lingua inglese, francese e spagnola, i quali sono stati disegnati prevalentemente per l’uso da parte di PMI.

Si tratta ad ogni modo di modelli non esaustivi e che non affrontano tutti i problemi che potrebbero insorgere a seguito della costituzione di una JV. Essi tuttavia costituiscono un’utile punto di partenza per la costruzione di tale tipo di contratto.

Indipendentemente dalla forma di JV scelta dalle parti, vi sono poi delle problematiche comuni a tutti i tipi di JV. Innanzitutto, da un punto di vista formale, l’impianto contrattuale è generalmente caratterizzato da un accordo-base (“main agreement” o più semplicemente, "joint venture agreement"), cui afferiscono una serie di accordi accessori o secondari, detti "ancillary agreements" (es. accordi di protezione del marchio, di cessione del know-how, contratti di assunzione, ecc.), i quali, tutti insieme daranno corpo ad un sistema di contratti collegati, dei quali l'accordo base costituirà la chiave di volta per la loro interpretazione.

Di solito prima si predispone il "joint venture agreement", nel quale si configurano gli aspetti fondamentali della collaborazione ed in un secondo tempo vengono inserite, all’interno degli accordi secondari, le pattuizioni che completano gli accordi stabiliti nel primo, fermo restando che l’impianto complessivo della "joint venture" sarà completo solo dopo che anche questi documenti saranno stati predisposti. Potrebbe in teoria accadere che le parti non raggiungano un accordo sul contenuto degli "ancillary agreements", situazione che potrebbe portare anche alla paralisi del processo di costituzione della joint venture. E' quindi fondamentale che già nel joint venture agreement vengano indicate - anche in forma sommaria - quali altri pattuizioni dovranno essere integrate allo schema base tramite gli accordi secondari e che venga inserita una particolare clausola che preveda quali saranno le conseguenze di uno scioglimento anticipato dell’accordo di joint venture.

Per quanto riguarda il contenuto dell'accordo base, è necessario che contenga una serie di informazioni essenziali, quali:

  • l'obiettivo che le parti si pongono con il contratto (il quale va di solito indicato nel preambolo);
  • la descrizione del progetto;
  • la ripartizione dei compiti, con conseguente determinazione delle responsabilità, dei diritti e degli obblighi delle parti;
  • la ripartizione dei costi e dei proventi derivanti dall’attività svolta dalla joint venture; 
  • la durata del contratto. 

Una particolare attenzione va prestata in particolare con riferimento all'ultimo punto (e cioè all’aspetto della durata del lagame costituito fra le imprese):  avendo solitamente le joint ventures per oggetto la realizzazione del progetto o dell’opera in tempi medio-lunghi, occorerà prevedere un periodo adeguato per la conclusione delle relative attività e lo scioglimento della JV.

Infine, un altro aspetto molto importante  riguarda le eventuali limitazioni alla libertà contrattuale di ognuna delle parti: in genere infatti, nei contratti di JV si usa inserire delle clausole di confidenzialità, di divieto di concorrenza, di ripartizione dei mercati o comunque delle pattuizioni volte ad impedire alle parti di interferire nell’attività della JV, di modo che una di queste possa raggiungere autonomamente il proprio obiettivo, sia pure utilizzando le risorse di ciascun partner.

Se poi la joint venture implica una cessione di tecnologia da parte di un partner nei confronti dell’altro (aspetto questo che è una conseguenza quasi naturale in questo tipo di contratti), ulteriori problemi nasceranno in termini di protezione del know how, in quanto tale bene immateriale non riceve la stessa tutela che viene accordata ad esempio ai brevetti od ai marchi. Di conseguenza, si consiglia di prevedere nello stesso ambito del contratto di joint venture (o in un contratto collegato), delle clausole specifiche di protezione che abbiano valore inter partes.

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